Un brano donatomi da una cara amica. Parole per un'etica del Gusto:
"Gli
animali si nutrono, l'uomo mangia, solo l'uomo di spirito sa
pranzare.
Ho tra le mani la prima edizione (1825) della “Fisiologia del
gusto”, l'opera più nota dello scrittore francese Anthelme
Brillat-Savarin
(1755-1826), un magistrato che, però, aveva la passione tutta
francese (e italiana) della cucina. Ma il suo non è un ricettario,
proprio perché egli è consapevole della verità della frase che
abbiamo citato e che è da lui considerata quasi come un motto.
L'animale infatti cerca il cibo per nutrirsi; l'uomo distratto e
preso da troppe cose esteriori ha tempo solo per mangiare,
possibilmente in modo veloce ed essenziale. Soltanto "l'uomo di
spirito" sa gustare un cibo, nella serenità della mensa, con le
giuste pause, assaporando le pietanze. In questo senso e non
nell'accezione materialistica ben nota aveva ragione il filosofo
Ludwig
Feuerbach
quando scriveva che der
Mensch ist was er
isst,
l'uomo è ciò che mangia.
Facciamo a questo punto due considerazioni. Tutte le grandi culture
hanno collegato al cibarsi umano un significato di comunione (si
pensi anche alla stessa eucaristia che è una "santa cena").
Il pranzo dovrebbe essere occasione di fraternità e di dialogo, cosa
che certo non si compie quando in famiglia si ha il televisore acceso
e si è pronti a fuggire per farsi i fatti propri. C'è, però, da
ricordare che nel mondo ci sono milioni di persone che sono costrette
ad essere come animali : la miseria le spinge a vagare in cerca di
cibo, azzuffandosi e alla fine azzannando qualcosa per sopravvivere.
Perciò, quando mangi o pranzi da persona civile, non puoi del tutto
ignorare chi non riesce neppure a nutrirsi."
G.Ravasi
Nessun commento:
Posta un commento