martedì 8 gennaio 2013

L'ESTETICA DEL GUSTO: IL MONDO DI THINKERFOOD

Nasce ThinkerFood. Uno spazio in cui il Cibo e Pensiero si intrecciano nell'universo del Gusto e dell'Estetica. Un viaggio in cui ogni sapore diventa pensante  e ogni parola si trasforma in un'esperienza sensoriale. Il termine estetica compare per la prima volta nel 1735, in Germania, in un trattato di poetica e retorica dal titolo Meditationes de nonnullis ad poema pertinentibus, per poi guadagnare la posizione privilegiata di titolo di una grossa opera filosofica, sistematica e programmatica anche se rimasta incompiuta, nel 1750: la Aesthetica. L’inventore del termine e autore delle due opere è Alexander Gottlieb Baumgarten, seguace di Wolff e della scuola filosofica leibniziana. Il sostantivo aesthetica viene coniato a partire dall’aggettivo femminile greco aisthetikè, che sottintende episteme: l’estetica è la “scienza della sensibilità”. Un’estetica del cibo rientra nelle “estetiche del quotidiano” e nelle estetiche pratiche, in una prospettiva che mina la gerarchia tra quotidiano ed eccezionale e tra pratica e teoria: attraverso il cibo è possibile dare concretezza a espressioni come “pratica teorica” o “pensiero incarnato”. Il gusto è un concetto strettamente legato a quello di estetica e a quello di cibo. Il gusto è il campo più analizzato e studiato dalla filosofia. La prefigurazione di una scienza chiara e confusa dell’oggetto alimentare gustato e assimilato si trova, come è noto, già nelle Meditazioni di Leibniz: «Noi conosciamo in modo sufficientemente chiaro colori, sapori, odori, e altri oggetti particolari dei sensi, e li distinguiamo gli uni dagli altri, ma per la semplice testimonianza dei sensi» . Il gusto del cibo come convivio non è solo segno di coesione sociale e identitaria ma anche luogo di negoziazione e contrattazione dell’identità stessa. Il linguaggio del gusto contempla la possibilità di sostituzioni, incorporazioni e contaminazioni che travalicano barriere e confini altrimenti istituiti. Dialogare sull'estetica del gusto e del cibo significa indagare attraverso le parole e il linguaggio quanto profondo sia il legame tra il pensiero e il corpo, tra la mente e i sensi. Nel dialogo l'estetica diventa esercizio filosofico, una pratica del gusto capace di aprire scorci di significato nuovi e inaspettati sulla sensorialità come strumento fondamentale di conoscenza e socializzazione.

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