Nasce ThinkerFood. Uno spazio in cui il Cibo e Pensiero si intrecciano nell'universo del Gusto e dell'Estetica. Un viaggio in cui ogni sapore diventa pensante e ogni parola si trasforma in un'esperienza sensoriale. Il termine estetica compare per la prima volta nel 1735, in Germania, in un trattato di poetica
e retorica dal titolo Meditationes de nonnullis ad poema pertinentibus,
per poi guadagnare la posizione privilegiata di titolo di una grossa
opera filosofica, sistematica e programmatica anche se rimasta
incompiuta, nel 1750: la Aesthetica. L’inventore del termine e autore
delle due opere è Alexander Gottlieb Baumgarten, seguace di Wolff e
della scuola filosofica leibniziana. Il sostantivo aesthetica viene
coniato a partire dall’aggettivo femminile greco aisthetikè, che
sottintende episteme: l’estetica è la “scienza della sensibilità”.
Un’estetica del cibo rientra nelle “estetiche del quotidiano” e nelle
estetiche pratiche, in una prospettiva che mina la gerarchia tra
quotidiano ed eccezionale e tra pratica e teoria: attraverso il cibo è
possibile dare concretezza a espressioni come “pratica teorica” o
“pensiero incarnato”. Il gusto è un concetto strettamente legato a
quello di estetica e a quello di cibo. Il gusto è il campo più
analizzato e studiato dalla filosofia. La prefigurazione di una scienza
chiara e confusa dell’oggetto alimentare gustato e assimilato si trova,
come è noto, già nelle Meditazioni di Leibniz: «Noi conosciamo in modo
sufficientemente chiaro colori, sapori, odori, e altri oggetti
particolari dei sensi, e li distinguiamo gli uni dagli altri, ma per la
semplice testimonianza dei sensi» . Il gusto del cibo come convivio non
è solo segno di coesione sociale e identitaria ma anche luogo di
negoziazione e contrattazione dell’identità stessa. Il linguaggio del
gusto contempla la possibilità di sostituzioni, incorporazioni e
contaminazioni che travalicano barriere e confini altrimenti istituiti.
Dialogare sull'estetica del gusto e del cibo significa indagare
attraverso le parole e il linguaggio quanto profondo sia il legame tra
il pensiero e il corpo, tra la mente e i sensi. Nel dialogo l'estetica
diventa esercizio filosofico, una pratica del gusto capace di aprire
scorci di significato nuovi e inaspettati sulla sensorialità come
strumento fondamentale di conoscenza e socializzazione.
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